La vitamina D come fattore di rischio modificabile in relazione a sovrappeso e obesità

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L.M. Cassinelli
D. Sommaruga
A.S. Tirelli, et al.

Keywords

Abstract

Nuove ricerche sostengono l’importanza della vitamina D riguardo alle sue funzioni “scheletriche” ma anche in relazione a diverse patologie; la concentrazione di vitamina D è considerata come possibile fattore nutrizionale che influenza il rischio di diabete di tipo 2. Lo scopo del lavoro è quello di indagare la relazione tra fattori di rischio prediabetici e i livelli di vitamina D in pazienti sovrappeso e obesi. Questo studio raggruppa 104 pazienti tra 16 e 75 anni con Body Mass Index (BMI)>25 selezionati da un programma di rieducazione alimentare presso la Medicina del Lavoro in Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico Milano. Sono stati eseguiti: anamnesi alimentare, misurazioni antropometriche, valutazione con impedenziometro e analisi del sangue. È stato somministrato un questionario alimentare allegato al programma Osservatorio Grana Padano per indagini sugli errori nutrizionali. I dati sono stati analizzati statisticamente correlando i parametri tramite regressione lineare e valutando la significatività utilizzando GraphPad ed t-test. Osservando la vitamina D dei pazienti si stima che l’86.5% ha valori sub-ottimali, di questi il 14.4% ha livelli di carenza, inferiori a 10 ng/mL, il restante 13.5% ha valori ottimali. Come prima analisi abbiamo verificato una correlazione statistica tra BMI, % massa grassa e livelli circolanti di vitamina D. I dati mostrano una significativa correlazione inversa tra vitamina D, indici di BMI e % massa grassa. Per sviluppare l’ipotesi di un’associazione tra vitamina D e diabete 2 abbiamo studiato i fattori di rischio diretti per il diabete. Abbiamo quindi verificato la relazione tra indice Homeostasis model assessment (HOMA) e il rapporto tra concentrazione di trigliceridi e colesterolo HDL (TG/HDL) all’interno di 4 gruppi suddivisi per BMI. Sia l’HOMA che TG/HDL sono significativamente correlati alla diminuzione di vitamina D. Infine, sono stati somministrati questionari alimentari per stimare l’apporto giornaliero di vitamina D; l’introito ricavato, di 4.5 μg/die risulta molto inferiore alle dosi consigliate dai LARN, quindi non sufficiente a garantire un fabbisogno adeguato di vitamina D. Un approccio utile a ridurre il rischio di patologie come il diabete potrebbe essere la modificazione dello stile di vita come corretto stato vitaminico D oltre al controllo del peso corporeo. Dai nostri risultati, infatti, i livelli di 25OHD sono inversamente correlati ai principali fattori di rischio per il diabete 2. Vi è la necessità di studi clinici che dimostrino un cambiamento positivo in importanti biomarcatori di malattie in risposta a cambiamenti intenzionali di assunzione di vitamina D e che forniscano indicazioni sui valori di vitamina D per uno stato di salute adeguato.

Vitamin D as changeable risk factor in relation with overweight and obesity
Summary
New researches suggest the importance of vitamin D in relation to different diseases; moreover concentration of vitamin D is considered to be a possible nutritional factor that can influence onset of type 2 diabetes. The aim of this work is to investigate the correlation between diabetic risk factors and levels of vitamin D in overweight and obese patients. This study includes 104 patients with an age between 16 and 75 and with a Body Mass Index (BMI)>25 selected by a program of nutritional education in Medicina del Lavoro in Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico Milano. For these studies, dietary information, anthropometric measurements, impedance evaluation and blood tests were recorded. The data were analyzed using linear regression for correlating different parameters and statistical analysis was performed using GraphPad and ttest. Concerning vitamin D levels is estimated that only 13.5% of patients had optimal values, between the remaining 86.5% of patients that have sub-optimal values, 14.4% had levels of deficiency (less than 10 ng/ml). First of all we tested a statistical correlation between BMI, % of fat mass and circulating levels of vitamin D, demonstrating that there is a significant negative correlation between these factors. To support the hypothesis of an association between vitamin D and type 2 diabetes, we studied specific risk factors for diabetes, in particular we examined the relationship of homeostasis model assessment index (HOMA) and concentration of triglycerides and HDL cholesterol (TG/HDL), dividing patients in 4 groups according to BMI. Using linear regression there was a statistically significant correlation of vitamin D with HOMA and with ratio TG/HDL. In fact, within the group of patients in the study, as BMI values increase there is a progressive decrease in vitamin D plasma levels and a concomitant increase in HOMA index values or in ratio TG/HDL. Finally, to estimate the daily intake of vitamin D we used questionnaires created by “Osservatorio Grana Padano”. The intake of vitamin D (4.5 g/day) is much lower than the recommended dose, so not enough to ensure adequate vitamin D requirements. The present study suggests a significant effect of vitamin D on several players involved in the pathogenesis of diabetes making vitamin D a potential target to interfere with this important and growing health problem. For these reasons an useful approach to reduce the risk of developing such disease could be a change in lifestyle such as a correct vitamin D intake in addition to weight control.
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