Amianto nei pesci d’acqua dolce di un laghetto milanese. Da dove viene?

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Massimiliano Erba
Susanna Cantoni

Keywords

Amianto - ittiofauna – assorbimento alimentare

Abstract

Introduzione: In seguito al ritrovamento di materiale di matrice cementizia contenente amianto affiorato dalle acque di una cava milanese, sono stati effettuati accertamenti per verificarne il livello di contaminazione. Nel laghetto è praticata la pesca sportiva. Alcuni pesci sono destinati alla pesca “no kill”, altri invece sono catturati e consumati. Obiettivi: Verificare la presenza di amianto nell’acqua, nei sedimenti ed in alcune specie di ittiofauna presenti nella cava. Verificare la presenza di amianto nei mangimi somministrati ai pesci, per accertare l’esposizione dell’ittiofauna attraverso la via alimentare. Metodi: Sono stati effettuati campionamenti dell’acqua, dei sedimenti, di alcune specie di pesci presenti nel laghetto e dei mangimi. Risultati: L’amianto non è stato riscontrato nell’acqua, ma nei sedimenti è risultato presente oltre i limiti di legge. Inoltre, l’amianto è stato rilevato sia nell’ittiofauna bentonica stanziale, sia nelle trote iridee (Oncorhynchus mykiss), che invece vengono periodicamente “seminate” nel laghetto da un impianto di acquacoltura. Nelle carni della carpa erbivora (Ctenopharyngodon idella) sono state riscontrate 36.000.000 fibre/100 g di tessuto umido, mentre nelle trote iridee sono stati rilevati valori fino a 15.000.000 ff/100 g di tessuto umido. Amianto è stato altresì riscontrato nei mangimi, in particolare sono state rilevate fibre di crocidolite e fasci di tremolite di amianto. Conclusioni: Le specie bentoniche stanziali si sono verosimilmente contaminate vivendo in stretto contatto con il fondale inquinato. Invece il ridotto tempo di permanenza delle trote nelle acque della cava suggerisce che in esse la presenza di amianto derivi da una contaminazione avvenuta all’origine, ossia nell’impianto di troticoltura. I dati escludono la presenza di un rischio per la salute pubblica, tuttavia alcuni valori di amianto riscontrati nelle carni dei pesci non sono irrilevanti. Sarebbe necessario effettuare un monitoraggio su vasta scala, comprendendo acqua, alimenti e mangimi, al fine di poter effettuare una valutazione più accurata dell’esposizione per ingestione. Nel frattempo al Comune di Milano e all’associazione dei pescatori sono state date alcune indicazioni precauzionali atte ad evitare l’ingestione di carni di pesci contaminati.

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