Tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori dipendenti di società di autotrasporti

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Matteo Marco Riva
Francesco Cantamessa
Daniela Borleri
Giovanni Mosconi

Keywords

Autista di camion, idoneità lavorativa, promozione della salute negli ambienti di lavoro, patologia lavoro-correlata

Abstract

Introduzione: Questo documento segue un progetto iniziato nel 2008 ed è stato parte integrante per lo sviluppo delle nuove linee guida per il settore dei trasporti stradali della Società Italiana di Medicina del Lavoro (SIML). Obiettivo: Il nostro obiettivo finale è, attraverso la raccolta e l’analisi di dati biostatistici, raggiungere una migliore comprensione delle malattie lavoro-correlate per i conducenti di camion e definire di conseguenza protocolli di sorveglianza sanitaria appropriati, promuovendo al contempo l’applicazione di stili di vita sani. Metodi: Abbiamo valutato 673 autisti (età media 43,85 anni, SD 9,56, anzianità lavorativa media 27,28 anni, SD 10, 59), impiegati in 46 diverse aziende, tutti di sesso maschile. Gli autisti, gradualmente reclutati nello studio nel corso degli anni, sono stati sottoposti sino ad un massimo di 8 rivalutazioni ciascuno, per un totale di 2608 visite. Abbiamo applicato un protocollo di sorveglianza comprendente un esame medico, questionari per i principali rischi e test strumentali e di laboratorio secondo le linee guida di SIML. Risultati: Abbiamo trovato complessivamente 44 malattie a nostro giudizio correlate al lavoro: 22 casi di ipoacusia da trauma acustico cronico e 22 casi di malattia degenerativa del disco lombosacrale. Per quanto riguarda i disturbi metabolici, abbiamo osservato 28 casi di diabete mellito, in prevalenza (71,4%) come prima diagnosi o non adeguatamente compensati. Abbiamo osservato ipertensione non controllata in 103 conducenti, la maggioranza dei quali (54%) è risultata di prima diagnosi. Oltre il 30% dei lavoratori del nostro studio erano obesi. I fumatori rappresentavano circa il 40% del nostro campione. Sono stati individuati 9 lavoratori (1,3%) positivi al test tossicologico di screening per sostanze stupefacenti. I dati confermano l’elevata prevalenza di patologie lavoro-correlate nel settore e l’importanza di monitorare le patologie cardiovascolari e del metabolismo.

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