Pier Luigi Viola e il cloruro di vinile: alcuni appunti mai pubblicati / Pier Luigi Viola and vinyl chloride: notes that were never published

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C. Zocchetti
P. Bonetti

Keywords

Abstract

Il nome e le attività di Pier Luigi Viola (1917-1985) sono inequivocabilmente legate alla storia della scoperta degli effetti tossici del cloruro di vinile, ed in particolare degli effetti cancerogeni della sostanza. Le sue attività in proposito, per quanto ci troviamo in assenza sia di una sua biografia che di una sua bibliografia complete, non lasciano dubbi essendo documentate da fatti conosciuti e incontrovertibili; così come altrettanto certa e documentata è stata la sua storia di medico del lavoro che ha speso tutta la sua vita professionale all’interno dello stesso gruppo industriale, Solvay, preoccupandosi da una parte della salute dei lavoratori impiegati nelle fabbriche del gruppo non solo in Italia e dall’altra organizzando il servizio di medicina del lavoro della stessa azienda in tutte le sedi italiane. Questo positivo connubio tra medico e scienziato è stato recentemente messo in discussione da alcune ricostruzioni storiche che hanno avuto ad oggetto la scoperta della cancerogenicità del cloruro di vinile: in particolare si è data voce ad una immagine di Viola che noi non troviamo corrispondente ai dati di fatto, una immagine complessa e problematica, ma soprattutto in continuo conflitto con il suo datore di lavoro. Cruciali a sostegno di questa tesi sarebbero da una parte la affermazione di Viola del 1980 secondo cui “Alla base di ogni scoperta vi è sovente l’immaginazione poetica di ciascun ricercatore che è sempre solo davanti alle difficoltà della ricerca che a lui si oppongono presentandosi come una muraglia che arriva fino al cielo”, e dall’altra il mancato ritrovamento di appunti del professore di Rosignano che rappresenterebbero il suo testamento spirituale e dai quali emergerebbero “il travaglio, i tormenti e le pressioni di quel primo periodo”. La storia è invece un’altra: gli appunti in realtà esistono; sono stati consegnati dalla moglie di Viola (pochi mesi dopo il decesso del professore) ad uno degli autori (PB); e costituiscono le prime pagine di un libro sul cloruro di vinile che in realtà è rimasto nella testa di Viola. In queste prime pagine Viola sviluppa una riflessione personale da cui emerge con chiarezza la coscienza che aveva di essersi trovato al centro di una vicenda straordinaria relativa alla avventura della ricerca scientifica nella quale aveva svolto il ruolo dell’attore principale: non vi è invece nessun riferimento alla esistenza di un eventuale conflitto o contrasto tra Viola ed il suo datore di lavoro. In realtà lo sfondo di questo racconto è la tipica dinamica della ricerca scientifica. Dopo questa introduzione vengono pubblicate le pagine scritte a mano da Viola, dando così soluzione al “mistero degli appunti scomparsi” reclamato in qualche contesto giudiziario.

 

Pier Luigi Viola and vinyl chloride: notes that were never published
The name and work of Pier Luigi Viola (1917-1985) are unequivocally connected with the history of the discovery of the toxic effects of vinyl chloride, cancer in particular. A biography and a bibliography of Professor Viola are still lacking but his work is well documented; equally well known is his professional career as an occupational physician who spent his entire working life as an employee of one single industrial group, Solvay; his work was dedicated firstly to taking care of the health of the workers of the Corporation and not only in Italy, and secondly to organizing the occupational health departments of all Solvay’s establishments in Italy. This positive connection between occupational physician and scientist has recently been challenged in certain historical reconstructions of the discovery of vinyl chloride’s carcinogenicity: in particular, these reconstructions (which we do not consider to be coherent with the facts) depict Viola as in constant conflict with his employer. As crucial support to this view are offered on the one hand a statement by Viola, in 1980, that “At the basis of every discovery there is frequently the poetical imagination of a researcher who is always alone in facing the difficulties of the research, difficulties that rise up against him like a wall reaching up to the sky”; and on the other the supposed failure to find some of Professor Viola’s notes which should reflect his spiritual testimony, and from which should emerge “the suffering, the torments, and the pressures of that initial period”. The true history is very different: the notes do exist: they were personally delivered to one of the authors (PB) by Viola’s widow a few months after his death; they are in fact the first pages of a planned book on vinyl chloride that Viola never actually succeeded in writing. In these pages Viola developed some personal reflections from which it is clear that he was conscious of having been in the centre of a fantastic adventure in the field of scientific research in which he also played the principal role; there is no mention whatsoever of any conflict or contrast between Viola and Solvay. In fact, the backdrop to this story reflects the typical dynamics of scientific research. The article continues with the publication of Viola’s handwritten notes: in this way the supposed “mistery of the missing notes” is solved.

 

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