Biological monitoring of exposure to perchloroethylene in dry cleaning workers / Il monitoraggio biologico dell’esposizione a percloroetilene nei lavoratori delle lavanderie a secco

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Isabella Maccà
Mariella Carrieri
Maria Luisa Scapellato
Pasquale Scopa
Andrea Trevisan
Giovanni Battista Bartolucci

Keywords

Abstract

Summary
Background: Perchloroethylene (PCE) is the most widely used solvent in dry cleaning. Objectives: The aim was to evaluate PCE pollution and to identify the most reliable biological indicators for the assessment of workers’ exposure. Methods: The study was performed in 40 dry cleaning shops covering a total of 71 subjects. Environmental monitoring was carried out with personal diffusive samplers (Radiello®) for the entire work shift; biological monitoring was performed by measuring PCE in urine and blood and trichloroacetic acid (TCA) in urine on Thursday evening at end-of-shift and on Friday morning pre-shift. Results: The mean concentration of PCE in air was 52.32 mg/m3, about 30% of the TLV-TWA and the mean value of the PCE in pre-shift blood  samples was 0.304 mg/l, slightly more than 50% of the BEI. In dry cleaning shops employing less than 3 persons PCE in air exceeded the TLV-TWA in 7.8% of cases; the size of the shops was inversely related to pollution. Statistically significant correlations were found between PCE exposure and PCE in blood end-of-shift (r=0.67) and pre-shift (r=0.70), and PCE in urine end-of-shift (r=0.68); no correlation was found between exposure and PCE in urine pre-shift and urinary TCA. Conclusions: Dry cleaning shops still register conditions of exposure and pollution by PCE, although to a lesser extent than in the past. The most reliable indicators for biological monitoring are PCE in end-of-shift urine and PCE in blood both at end-of-shift and pre-shift at the end of the workweek.

Riassunto
«Il monitoraggio biologico dell’esposizione a percloroetilene nei lavoratori delle lavanderie a secco». Introduzione: Il percloroetilene (PCE) è il solvente maggiormente utilizzato nelle lavanderie a secco. Obiettivi: Lo scopo è stato quello di valutare l’esposizione a PCE e di identificare gli indicatori biologici più affidabili nei lavoratori esposti. Metodi: Sono state esaminate 40 lavanderie per un totale di 71 addetti. Il monitoraggio ambientale è stato effettuato con campionatore personale diffusivo (Radiello®) per l’intero turno di lavoro; il monitoraggio biologico è stato condotto misurando il PCE nel sangue e nelle urine e l’acido tricloroacetico (TCA) urinario il giovedì sera a fine turno e il venerdì mattina prima del turno. Risultati: La concentrazione media del PCE in aria è stata di 52,32 mg/m3, pari a circa il 30% del TLV-TWA; il valore medio del PCE nel sangue di inizio turno è risultato essere 0,304 mg/l, superiore di poco al 50% del BEI. Nelle lavanderie che occupavano meno di 3 addetti il PCE in aria ha superato il TLV-TWA nel il 7,8% dei casi; la dimensione dei locali è risultata inversamente proporzionale all’inquinamento. Correlazioni statisticamente significative sono state riscontrate tra esposizione e PCE nel sangue del giovedì sera (r=0,67) e del venerdì mattina (r=0,70), e PCE nelle urine del giovedì sera (r=0,68). L’esposizione non era invece correlata col PCE urinario di inizio turno e con il TCA urinario. Conclusioni: Nelle lavanderie a secco si registrano ancora delle condizioni di inquinamento da PCE, anche se inferiori rispetto al passato. Gli indicatori più affidabili per il monitoraggio biologico sono risultati il PCE urinario di fine turno e il PCE ematico sia di fine turno che della mattina successiva a fine settimana.
Abstract 257 | PDF (Italian) Downloads 11