Rischi sul lavoro e salute mentale dei lavoratori: un’indagine basata sulla quinta European Working Conditions Survey

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Maria Russo http://orcid.org/0000-0001-9433-544X
Claudio Lucifora
Francesco Pucciarelli
Bruno Piccoli

Keywords

Rischi sul lavoro, Valutazione dei rischi, Mansioni

Abstract

Introduzione: I rischi sul lavoro sono una fonte significativa di danni alla salute dei lavoratori e di perdite finanziarie per le imprese. Le direttive comunitarie in materia di norme di salute e sicurezza dei lavoratori hanno contribuito a ridurre gli infortuni sul lavoro denunciati, ma l’incidenza e la prevalenza di disturbi mentali lavoro-correlati sono ancora elevate. Obiettivi: Viene analizzata l’associazione tra i rischi sul lavoro e la salute mentale dei lavoratori. La ricerca analizza e descrive i canali attraverso cui l’organizzazione del lavoro, le mansioni svolte, l’esposizione ad agenti pericolosi ed a fattori di rischio psicosociale sono associati alla salute dei lavoratori, con particolare riferimento alla salute mentale. Metodi: Lo studio fa riferimento ai dati della quinta Indagine europea sulle condizioni di lavoro, realizzata mediante l’effettuazione di oltre 40.000 interviste “faccia a faccia” con i lavoratori di 34 paesi diversi, che hanno permesso di raccogliere informazioni sulle caratteristiche socio-demografiche dei lavoratori, delle imprese e delle mansioni svolte, così come sulle condizioni di lavoro e sullo stato di salute dei lavoratori. L’analisi empirica condotta su questi dati utilizza modelli di regressione multivariata per stimare le associazioni tra fattori di rischio sul lavoro e la salute mentale dei lavoratori. Risultati: 21.020 interviste sono state utilizzate nella analisi multivariata. I risultati mostrano l’esistenza di forti correlazioni tra i rischi sul lavoro e vari indicatori di salute mentale. Tra i fattori di rischio, le basse temperature (β=0,0287) ed il contatto con materiale infetto (β=0,0394) hanno un’associazione positiva con gli outcomes di salute mentale. Tra i fattori legati ai compiti lavorativi, l’assunzione di posizioni stancanti o dolorose (β=0,0713), i movimenti ripetitivi della mano e/o del braccio (β=0,0255), il lavoro al videoterminale (β=0,0301), compiti lavorativi ripetitivi con frequenza di ripetizione <10 min (β=0,0859) ed il lavoro effettuato nelle ore serali(β=0,0287) hanno mostrato una associazione positiva con la salute mentale. Diversi fattori di rischio psicosociali inerenti il contenuto del lavoro (per esempio, le frequenti interruzioni disturbanti: β=0,219, il lavorare nel tempo libero: β=0,0759, l’equilibrio tra lavoro e vita extra lavorativa: β=0,228), ma anche il contesto lavorativo (per esempio le scarse possibilità di carriera: β=0,177, la scarsa autonomia decisionale: β=0,245, le insoddisfacenti relazioni sociali: β=0,186, la violenza sul posto di lavoro: β=0,411) sono associati positivamente con gli outcomes di salute mentale. I risultati mostrano che la salute mentale dei lavoratori è associata principalmente a fattori di rischio psicosociali (fino al 60% dei sintomi quali depressione/ansia e disturbi del sonno), mentre il contributo dei fattori di rischio somatici è mediamente inferiore (raggiunge il 20% se rapportato all’astenia). Conclusioni: Sembra indispensabile agire sia per migliorare il benessere mentale dei lavoratori sia per ridurre i costi economici a carico del Sistema Sanitario Nazionale e dei datori di lavoro. L’attuale regolamentazione per la tutela della salute occupazionale potrebbe rivelarsi, sotto questo profilo, carente ed inappropriata nell’attuazione delle necessarie misure di prevenzione primaria e secondaria sul posto di lavoro in assenza di una adeguata procedura di valutazione del rischio.

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