Stima dell’esposizione residuale a PCB nella metallurgia

Contenuto principale dell'articolo

Jacopo Fostinelli
Simona Catalani
Alice Gaia
Giuseppe De Palma
Pietro Apostoli

Keywords

Abstract

Obiettivi: Scopo del lavoro è la caratterizzazione dell’esposizione occupazionale a policlorobifenili (PCB), in un gruppo di 56 lavoratori addetti in imprese metallurgiche (6 acciaierie e 2 fonderie di alluminio) site nell’area densamente industrializzata della provincia di Brescia. Metodi: La valutazione è stata condotta attraverso un approccio combinato di monitoraggio ambientale e monitoraggio biologico, dosando 34 congeneri PCB. Risultati: Per quanto riguarda i campionamenti ambientali, le concentrazioni più elevate sono state registrate nella fusione dell’alluminio (fino a 100 volte superiori rispetto alla fusione dell’acciaio). I congeneri diossino-simili sono risultati poco rappresentati mentre i congeneri non diossino-simili, presenti anche nell’ambiente generale (PCB 153, 138, 180), sono risultati prevalenti. Il valore medio della sommatoria dei PCB nel siero dei lavoratori è risultato 3.9 ng/ml (range 1.3-10.3 ng/ml) mentre la media geometrica dei livelli ambientali è risultata pari a 9305 pg/m3 (range 1138-217806 pg/m3). Conclusioni: Nonostante le differenze in termini di concentrazioni di PCB risultanti dai monitoraggi ambientali, i dosaggi effettuati sui lavoratori non hanno evidenziato differenze statisticamente significative, anche considerando la mansione e l’anzianità lavorativa, mentre l’unica associazione significativa è risultata con l’età anagrafica dei lavoratori. Una possibile spiegazione può essere ricercata nell’efficacia delle misure di prevenzione collettiva individuale e collettiva adottate. In considerazione della recente riclassificazione dei PCB come cancerogeni certi per l’uomo, si sottolinea la necessità di ulteriori studi che valutino l’entità dell’esposizione in ambito lavorativo.
Abstract 294 | PDF Downloads 117