Approccio interpretativo del pattern restrittivo spirometrico in ambito occupazionale

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Federica Tafuro
Massimo Corradi

Keywords

Algoritmi diagnostici, FEV1, FVC, FEV6, FEV1/FVC, criteri interpretativi, test di funzionalità polmonare, esposizione occupazionale

Abstract

Obiettivi: Scopo di questa revisione è fornire un aggiornamento sulla definizione, epidemiologia, algoritmi diagnostici ed esposizioni occupazionali correlati a pattern spirometrici anomali di tipo restrittivo (RSP) al fine di migliorare la corretta interpretazione dei risultati spirometrici. Metodi: E’ stata condotta con MEDLINE una revisione della letteratura in lingua inglese degli ultimi 25 anni con le seguenti parole chiave [(restricti* AND spirometr*) AND occupational]. Il primo step è stata la valutazione di 40 articoli che trattano di tecniche spirometriche, dell’uso di modelli matematici sui dati spirometrici per prevedere meglio una riduzione della capacità polmonare totale (TLC), e su studi di prevalenza di anomalie della funzione polmonare in vari ambiti lavorativi. Il secondo step è stata la valutazione degli articoli in bibliografia. I risultati sono sintetizzati in 4 obiettivi principali e alcuni secondari. Risultati: Una riduzione della capacità vitale (VC) alla spirometria, associata ad un normale rapporto FEV1(Forced expiratory volume in 1st second)/VC, è suggestiva ma non diagnostica di un deficit ventilatorio restrittivo (RVD). La prevalenza di RSP è alta in alcuni studi, paragonabile al pattern ostruttivo, e potrebbe essere associata a condizioni croniche (diabete, insufficienza cardiaca congestizia, obesità, ipertensione), nonché ad aumento di mortalità e di incidenza di cancro polmonare. Diversi modelli matematici sono stati introdotti per predire un deficit restrittivo [TLC-(Total Lung Capacity) <LLN (Lower Limit of Normality) gold standard per la diagnosi di patologie polmonari restrittive)] dai dati spirometrici, ma ad oggi sono auspicabili più studi per chiarire meglio l’accuratezza di questi approcci in ambito di sorveglianza sanitaria. Esposizioni professionali a polveri inorganiche (silice, amianto), polveri organiche (principalmente agenti di polmonite da ipersensibilità) ed altri agenti (fibre sintetiche e aromi) possono determinare RSP. Conclusioni: Perchè la diagnosi sia attendibile è necssario eseguire test di funzionalità polmonare appropriati utilizzando criteri interpretativi aggiornati. Un’interpretazione affidabile permette di riconoscere precocemente RSP ed indirizzare i lavoratori a esami di secondo livello (TLC, DLco, imaging). L’applicazione di modelli matematici per prevedere una riduzione della TLC dai dati spirometrici è auspicabile in ambito occupazionale nei programmi di sorveglianza sanitaria per ridurre costi ed esami inutili.
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