L'esperienza degli operatori con i pazienti aggressivi e i loro accompagnatori: uno studio trasversale in quattro aree cliniche

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Chiara Guglielmetti
Silvia Gilardi
Mario Licata
Giuseppe De Luca

Keywords

aggressività nei luoghi di lavoro, pazienti, operatori sanitari, burnout, ospedale.

Abstract

Introduzione: I comportamenti aggressivi dei pazienti e dei familiari rappresentano un fattore di rischio per gli operatori sanitari. Obiettivi: Lo studio intende esplorare nel contesto di reparti considerati ad alto rischio (dipartimento di emergenza e urgenza; dipartimento di salute mentale) e di reparti considerati a basso rischio (area materno-infantile e ambulatori): a) il rischio di esposizione degli operatori a diverse forme di aggressività proveniente da pazienti e/o dai loro accompagnatori (fisica, verbale, minacce); b) come gli operatori reagiscano a tali episodi aggressivi c) quale relazione abbia l’aggressività verbale con il burnout dei lavoratori, comparata con altre condizioni di lavoro che possono influire sul benessere. Metodo: L’indagine, di tipo trasversale, ha coinvolto 620 operatori sanitari di un ospedale del Nord Italia (tasso di risposta del 47,7%, pari a 296 persone). I dati sono stati raccolti attraverso un questionario on-line auto-compilato. Risultati: Il rischio di aggressione, indipendentemente dalla forma assunta, non differisce considerando la qualifica dell’operatore, mentre fattori protettivi risultano essere l’anzianità di servizio e l’essere donne. Gli operatori di area critica mostrano un indice di rischio maggiore rispetto alle altre tre aree; l’area materno-infantile mostra livelli percepiti di aggressività verbale simili a quelli percepiti dagli operatori dell’area psichiatrica. L’aggressività verbale, in rapporto ad altri fattori di rischio psicosociale, risulta legata alle tre dimensioni di burnout con un maggiore apporto sulla depersonalizzazione. Conclusioni: Lo studio evidenzia che specifiche iniziative di prevenzione dell’aggressività siano necessarie anche in aree tradizionalmente considerate a minor rischio.

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