Valutazione del rischio da sovraccarico biomeccanico agli arti e rachide negli addetti alla pavimentazione lapidea stradale: applicazione integrata di diversi metodi / Risk assessment of biomechanical overload of limbs and spine in workers employed on stone paving roads, using a combination of different methods

Main Article Content

E. Sala
R. Bonfiglioli
F.S. Violante, et al.

Keywords

Abstract

Summary
«Risk assessment of biomechanical overload of limbs and spine in workers employed on stone paving roads, using a combination of different methods». Background: Few data exist on the risk of musculoskeletal disorders in road paving workers, in addition methods for risk assessment of biomechanical overload of the lower limbs and the spine are also lacking. Objectives: The aim of this study was to assess the risk from biomechanical overload for the whole musculoskeletal system and manual handling involved in the activity of stone paving of roads. Methods: In accordance with the guidelines of the Italian Society of Occupational Medicine and Industrial Hygiene various risk assessment methods were used. Results: The Washington State checklist revealed the presence of biomechanical overload of the spine in flexion. The Turin checklist showed a risk score higher than the acceptable limit for the cervical and lumbar spine and limbs (risk level similar to that obtained from the OCRA checklist for the upper limbs).The assessment of risk from manual handling of loads carried out using the NIOSH method provided a synthetic risk index whereas evaluation conducted using the Washington State method was acceptable. Conclusions: Biomechanical risk assessment showed the presence of risk for use of force and awkward postures of the wrist and elbow, which agrees with literature data. The division of tasks among workers and the distribution of breaks helped to reduce the risk to an acceptable level for limbs. All methods however showed a risk for the spine. Health surveillance showed disorders of the spine in 28% of the workers and no disorders of the upper limbs, which agrees with the risk assessment.

Riassunto
Introduzione: Pur essendo numerosi in letteratura i metodi di valutazione del rischio da sovraccarico biomeccanico all’arto superiore e nonostante alcuni metodi di valutazione integrino la valutazione del rischio per l’arto superiore a quella per il rachide cervicale, risultano invece scarsi strumenti di stima del rischio per il rachide dorso-lombare o per l’arto inferiore. Materiali e metodi: La metodologia che prevede un uso integrato di più metodi, proposta dalle linee guida SIMLII è stata utilizzata per compiere una stima del rischio da sovraccarico biomeccanico per tutto l’apparato muscoloscheletrico (arto superiore, inferiore e rachide) e da movimentazione manuale dei carichi in addetti all’attività di pavimentazione lapidea di strada. Per la valutazione preliminare del rischio agli arti e rachide sono stati utilizzati lo schema proposto nella norma dello Stato di Washington (U.S.A.) e la checklist di Torino, per la valutazione del rischio di primo livello all’arto superiore la check-list OCRA, per la valutazione del rischio da movimentazione manuale dei carichi sono stati utilizzati il metodo NIOSH ed il metodo previsto dallo standard di Washington. Risultati: I segnalatori di rischio previsti dal metodo dello stato di Washington risultati positivi sono stati “Lavorare con il collo o il tronco flessi più di 30° per più di due ore totali al giorno; afferrare con l’intera mano oggetti che pesano 4,5 kg o più, o esercitare una presa di forza superiore a 4,5 kg per mano per più di due ore totali al giorno; effettuare movimenti ripetuti e simili con collo, spalle, gomiti, polsi o mani ogni pochi secondi per più di due ore totali al giorno. L’attività accovacciati perdura invece mediamente per un’ora e mezza al giorno. I segnalatori individuati hanno quindi evidenziato una situazione meritevole di approfondimenti. La checklist di Torino ha evidenziato un punteggio di rischio superiore al limite per rachide cervicale e accettabile per rachide dorso- lombare e per gli arti, anche se rachide dorso-lombare e arto superiore si collocano ai livelli più alti della fascia di accettabilità e quindi a rischio più limitato, sovrapponibile alla valutazione di primo livello condotta con checklist OCRA (punteggio localizzato al livello più alto della fascia di accettabilità). La checklist dello Stato di Washington ha evidenziato la positività dell’item “lavorare con il tronco flesso per più di due ore totali al giorno” non associato ad altri fattori di rischio che perdurino nel turno di lavoro per tempi sufficienti a configurare un rischio secondo lo strumento valutativo dello Stato di Washington. La valutazione del rischio da movimentazione manuale dei carichi condotta tramite il metodo NIOSH ha consentito di ottenere un indice sintetico maggiore di 1 e quindi necessitante di un intervento immediato di riduzione del rischio. La valutazione condotta con il metodo previsto dallo Stato di Washington è risultata discordante, ha infatti determinato il calcolo di un “peso limite calcolato” superiore al peso effettivo sollevato. Per entrambi i metodi tuttavia emergono quali fattori di rischio principali la distanza orizzontale del carico e la movimentazione del carico da terra. Discussione: La valutazione del rischio riportata in questo contributo evidenzia, in accordo con le evidenze di letteratura, che il compito di addetto alla posa di lastre per pavimentazione si caratterizza per fasi sovraccaricanti soprattutto dal punto di vista dell’impegno di forza e della postura incongrua a livello del rachide in toto e dei distretti gomito e polso-mano dell’arto superiore. La “divisione” dei compiti, la “rotazione” del personale e quindi la loro interscambiabilità sulle varie fasi oltre che una corretta distribuzione delle pause ha consentito di ridurre il rischio, complessivamente inteso, ad un livello di accettabilità per tutti i metodi utilizzati. I metodi applicati risultano, pur con le differenze in razionale, concordi nel definire un rischio per il rachide. La sorveglianza sanitaria evidenzia infatti, a conferma di quanto è stato valutato, disturbi a carico del rachide in circa un terzo dei lavoratori e non disturbi o patologie a carico dell’arto superiore.
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